Il settore del gioco pubblico in Italia rappresenta una realtà economica di primaria importanza, caratterizzata da un volume d’affari considerevole e, di conseguenza, da un gettito fiscale di notevole interesse per l’Erario. La sua regolamentazione è affidata all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), che sovrintende non solo al rilascio delle concessioni e al controllo della legalità, ma anche all’applicazione di un quadro normativo e fiscale estremamente complesso e in continua evoluzione.

Comprendere la tassazione del gioco in Italia richiede un’analisi su due livelli distinti ma interconnessi: da un lato, il prelievo fiscale imposto agli operatori del settore (i concessionari); dall’altro, la tassazione applicata sulle vincite percepite dai giocatori. Questo articolo si propone di offrire una disamina chiara e strutturata di entrambi gli aspetti, evidenziando le principali imposte, le modalità di calcolo e gli obblighi dichiarativi, con un focus particolare sulle recenti evoluzioni normative e sulle distinzioni cruciali tra gioco fisico, gioco online e vincite di provenienza estera.

1. La Tassazione a Carico degli Operatori: PREU e Imposta Unica

Il carico fiscale che grava sui concessionari autorizzati ad operare in Italia è il pilastro del gettito erariale proveniente dal settore. Le due principali forme di imposizione diretta sulla raccolta sono il Prelievo Erariale Unico (PREU) e l’Imposta Unica.

Il Prelievo Erariale Unico (PREU)

Il PREU è l’imposta che si applica agli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro. Nello specifico, riguarda due categorie di macchine:

  • AWP (Amusement With Prizes), comunemente note come “Newslot”, presenti in bar, tabaccherie ed esercizi generalisti.
  • VLT (Video Lottery Terminal), apparecchi più sofisticati collegati a un sistema centrale, installati in sale dedicate.

Il PREU si calcola come percentuale sulla raccolta totale (il cosiddetto “coin-in”), ovvero sull’ammontare complessivo delle somme giocate negli apparecchi. Le aliquote, oggetto di frequenti revisioni da parte del legislatore, sono differenziate per le due tipologie di macchine. Storicamente, le aliquote del PREU hanno subito un progressivo innalzamento, quale strumento di politica fiscale per incrementare le entrate statali. È fondamentale per gli operatori monitorare costantemente la legislazione di bilancio, poiché è in questa sede che vengono tipicamente stabiliti gli adeguamenti delle aliquote. La base imponibile del PREU è quindi la raccolta lorda, e da questa, dopo aver detratto il prelievo erariale, si determina la somma da distribuire come vincite (pay-out) e il compenso per la filiera.

L’Imposta Unica

A differenza del PREU, l’Imposta Unica si applica a diverse forme di gioco, tra cui le scommesse a quota fissa (sportive e non), le scommesse ippiche, il Bingo, i giochi di abilità a distanza (skill games) e i tornei di poker online. La differenza sostanziale risiede nella base imponibile. L’Imposta Unica, infatti, non si calcola sulla raccolta lorda, ma sul margine dell’operatore.

Il margine è definito come la differenza tra l’importo totale delle somme giocate e l’importo totale delle vincite pagate ai giocatori. Questa modalità di tassazione è considerata più equilibrata, in quanto colpisce l’effettivo ricavo lordo del concessionario. Anche in questo caso, le aliquote variano a seconda della tipologia di gioco: esistono aliquote specifiche per le scommesse a quota fissa su rete fisica, per quelle online, per il betting exchange e per gli skill games. Questa differenziazione riflette la volontà del legislatore di adattare il prelievo alle diverse dinamiche di mercato e marginalità dei singoli prodotti di gioco.

Oltre a queste due imposte principali, gli operatori sono soggetti al pagamento di un canone di concessione periodico all’ADM e, naturalmente, alle imposte ordinarie sui redditi d’impresa (IRES e IRAP) calcolate sull’utile netto risultante dal bilancio.

2. La Tassazione sulle Vincite dei Giocatori: La “Tassa sulla Fortuna”

Per il giocatore, il principio cardine della tassazione sulle vincite ottenute attraverso il circuito legale italiano (cioè tramite operatori concessionari ADM) è quello della ritenuta alla fonte a titolo d’imposta. Questo meccanismo ha un’implicazione pratica di enorme rilevanza: le vincite così tassate sono considerate definitive e, pertanto, non devono essere inserite nella dichiarazione dei redditi annuale (Modello 730 o Modello Redditi Persone Fisiche).

È il concessionario che eroga la vincita ad agire come sostituto d’imposta, trattenendo l’eventuale imposta dovuta e versandola direttamente all’Erario. Il giocatore riceve quindi un importo netto, già epurato dal carico fiscale.

Questo prelievo è comunemente noto come “Tassa sulla Fortuna”. Tuttavia, non si tratta di un’imposta unica e uniforme, ma di un sistema di aliquote e franchigie che varia sensibilmente in base alla tipologia di gioco.

  • Lotterie Nazionali, Gratta e Vinci e SuperEnalotto: Per queste tipologie di gioco, è prevista una franchigia di 500 euro. Ciò significa che le vincite fino a tale importo non sono soggette a tassazione. Sulla parte della vincita eccedente i 500 euro, si applica un’aliquota del 20%. Ad esempio, su una vincita di 1.500 euro, la base imponibile sarà di 1.000 euro (1.500 – 500), e l’imposta dovuta sarà di 200 euro (20% di 1.000). Il giocatore incasserà 1.300 euro netti.
  • Video Lottery Terminal (VLT): Anche per le vincite alle VLT vale la soglia di esenzione di 500 euro. Sulla parte eccedente tale importo, si applica una ritenuta del 20%.
  • Giochi a premio e manifestazioni a sorte (es. vincite televisive): In questi casi, la ritenuta è del 20% sull’intero importo, senza franchigia.

È importante sottolineare che per le vincite alle AWP (Newslot), data la loro natura di importo limitato e immediato, non è prevista una ritenuta specifica alla fonte sul giocatore, in quanto la tassazione è interamente assorbita a monte dal PREU pagato dall’operatore.

3. Il Caso Specifico del Gioco Online e delle Vincite di Provenienza Estera

La disciplina fiscale si complica quando si analizza il panorama del gioco online e, in particolare, la provenienza delle vincite.

Siti di gioco online con licenza ADM (.it)

Per i giocatori che utilizzano piattaforme online dotate di regolare concessione italiana (identificabili dal dominio `.it` e dal logo ADM), il regime fiscale è identico a quello del gioco fisico. Le vincite sono soggette a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta da parte del concessionario e non devono essere dichiarate. Il prelievo avviene in automatico al momento dell’accredito della vincita sul conto di gioco. Per orientarsi nella scelta di un operatore legale, può essere utile consultare una lista dei casinò online ADM, garantendo così trasparenza fiscale e sicurezza.

Siti di gioco esteri privi di concessione italiana (piattaforme “.com” o non-ADM)

Qui si delinea lo scenario più rischioso e fiscalmente oneroso per il giocatore. Le vincite conseguite su piattaforme di operatori esteri che non dispongono di una concessione ADM per operare in Italia sono considerate, ai sensi del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), come “redditi diversi”.

Di conseguenza, queste vincite devono essere obbligatoriamente dichiarate dal contribuente nel Modello Redditi Persone Fisiche, all’interno del “Quadro RL” (Altri redditi). L’intero ammontare della vincita, senza alcuna franchigia, concorre alla formazione del reddito complessivo del contribuente e viene assoggettato all’imposizione progressiva IRPEF, secondo gli scaglioni di reddito. Questo significa che, a seconda del reddito totale del soggetto, la tassazione può arrivare fino all’aliquota marginale più elevata.

L’omessa dichiarazione di tali proventi espone il contribuente a pesanti sanzioni per infedele dichiarazione, oltre al recupero dell’imposta evasa e dei relativi interessi. A ciò si aggiunge il rischio intrinseco di operare su piattaforme illegali, che non offrono alcuna garanzia in termini di trasparenza, sicurezza dei dati e protezione del giocatore.

Conclusioni e Prospettive Future

Il quadro fiscale del gioco in Italia è un sistema articolato che riflette la duplice esigenza dello Stato di massimizzare il gettito e, al contempo, di regolamentare e controllare un settore economicamente strategico e socialmente sensibile. La tendenza del legislatore a utilizzare le imposte sul gioco come strumento di politica fiscale per finanziare le manovre di bilancio ha portato a una notevole instabilità delle aliquote, soprattutto per quanto riguarda il PREU.

Per il futuro, la sfida principale sarà trovare un punto di equilibrio tra la pressione fiscale e la sostenibilità economica del settore del gioco legale. Un prelievo eccessivo rischia, infatti, di erodere la marginalità degli operatori concessionari, spingendo indirettamente una quota di mercato verso il circuito illegale, con conseguente perdita di gettito per l’Erario e minori tutele per i consumatori. Il dibattito sul riordino complessivo del settore del gioco pubblico è in corso da anni e rappresenta un’occasione per razionalizzare e stabilizzare anche il framework fiscale.

Per gli operatori, una pianificazione fiscale attenta e un monitoraggio costante della normativa sono indispensabili per garantire la compliance e la redditività. Per i giocatori, la consapevolezza delle regole fiscali è cruciale: la scelta di affidarsi esclusivamente a operatori concessionari ADM non è solo una garanzia di legalità e sicurezza, ma anche la via per una gestione fiscale semplice e definitiva delle proprie vincite. La complessità della materia rende fondamentale l’assistenza di consulenti specializzati, in grado di orientare imprese e persone fisiche nel corretto adempimento degli obblighi normativi e fiscali.